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IL LAGOTTO

CENNI STORICI /  STANDARD  / PERCHE' UN LAGOTTO

                      CENNI STORICI

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Già a partire dal 1920 il Lagotto era ben conosciuto nelle valli dell’Appennino Romagnolo, valle del Senio, del Lamone e particolarmente anche nella valle del Santerno. Bisogna considerare che allora a nessuno interessava il Lagotto come razza canina pura: le razze già esistenti erano considerate più che sufficienti e gli incroci erano apprezzati spesso ancor di più per la loro robustezza, carattere e resistenza alle malattie. I tartufai hanno sempre operato in allevamento in modo totalmente empirico (al di fuori di ogni regola genetica) badando esclusivamente al risultato pratico immediato: ottenere il miglior soggetto da tartufi, Lagotto o non Lagotto che fosse. In questo modo il Lagotto, giunto nelle vallate romagnole fissatissimo dai continui accoppiamenti in stretta consanguineità.

Verso la metà degli anni ’70 un gruppo di valenti cinofili romagnoli, guidati dal gentiluomo imolese Quintino Toschi, presidente del locale gruppo cinofilo, con la sovrintendenza del prof: Francesco Ballotta, grande allevatore e giudice E.N.C.I. (il quale ricordava perfettamente i Lagotti della sua lontana giovinezza), ed il sostegno tecnico del dr. Antonio Morsiani, cinologo, giudice ed allevatore di fama mondiale, coadiuvati dal rag. Lodovico Babini, cinofilo romagnolo di antica esperienza, decisero che era venuto il momento di prendere in mano la razza per salvarla dalla pressoché totale degenerazione in cui rischiava di cadere causa l’incompetenza, l’ignoranza e l’incuria di chi la deteneva. Essi diedero impulso alla ricostruzione genetica del Lagotto, facendolo uscire in tempo dal tunnel senza ritorno dell’estinzione.

La riunificazione delle due storie parallele del Lagotto, quella delle sue originarie paludi e quella delle colline appenniniche, creò i presupposti per riportare in purezza la razza.

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LO STANDARD

 

 

Il Lagotto è un cane di mole medio-piccola, di aspetto rustico, fortemente costruito e molto ben proporzio­nato, con pelo fitto e ricciuto a tessitura lanosa. La funzione del Lagotto consiste nella ricerca del tartufo, lavoro che svolge con passione ed efficienza sfruttando la sua innata attitudine alla cerca e l’ottimo olfatto.

Sobrio, intelligente, affettuoso, attaccatissimo al padrone e facilmente addestrabile, il Lagotto è anche UN ottimo cane avvisatore e da compagnia.

Pelo a tessitura lanosa, semi-ruvido in superficie, a riccio molto stretto, incurvato ad anello, con evidente sottopelo. L’arricciatura dev’essere distribuita omogeneamente su tutto il corpo, tranne che sulla testa dove il riccio tende ad aprirsi.

 

COLORI AMMESSI: Bianco sporco unicolore, bianco a macchie marroni o arancio, roano marrone, marrone unicolore (nelle diverse tonalità), arancio unicolore. In alcuni soggetti è presente la maschera marrone o testa di moro.

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PERCHE' UN LAGOTTO

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  • Per il carattere: se è vero che gli amanti dei cani prescindono da razza e dimensione, è altrettanto vero che, chi incontra il Lagotto, non si separerà mai più da questa razza, per il resto della vita. Il carattere di questi cani li rende adatti a qualunque tipo di ambiente sociale, il padrone “solitario”ed amante dei boschi oppure la famiglia con bambini che vive nelle grandi città. Il denominatore comune è il contatto con l’uomo.

  • Per la gestibilità: è un cane di taglia medio-piccola, capace di adattarsi ad ogni situazione, dall’ambiente rurale alla passeggiata in centro città, in barca o sull’aereo, quello che è importante per un Lagotto è essere con il suo padrone. Se ben educato, si dimostra socievole ed affettuoso tendenzialmente con tutti. In casa è un buon avvisatore, ma non è un cane da guardia. Le sue doti fisiche e caratteriali fanno si che il Lagotto possa svolgere molteplici attività, hobbistiche o lavorative.

  • Per il pelo: una delle caratteristiche peculiari di questa razza, sta nel fatto che il pelo è a crescita continua. Il mantello del Lagotto Romagnolo ha una manutenzione relativamente facile. Con una toelettatura bimestrale, il cane sarà sempre in buone condizioni di pelo oltre che estetiche, e vista la sua crescita continua, il pelo non cadrà, lasciando perfettamente pulito l’ambiente casalingo. In versione più “campagnola”invece, il Lagotto si può tosare 4 volte all’anno,questa solitamente è lascelta pratica di chi spende il suo tempo con il cane nel bosco, alla ricerca del tartufo. Altro punto fondamentale, degno di grande nota, è fatto che questo tipo di pelo sia ipoallergenico. Tantissime persone affette da allergia al pelo, hanno finalmente potuto godere della compagnia di un cane grazie al Lagotto.

 

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. . . ECCO PERCHE' . . .

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LAGOTTO

  ITALIA

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